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EDILIZIA CHE PASSIONE !
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Un libro sorprendente (dalle dimensioni di un atlante) per una storia incredibile e sorprendente...
Michele Menegon, classe 1889, parte quindicenne da Amaro con il padre in cerca di lavoro in Austria e approda a Klagenfurt dove, oltre a lavorare, comincia a frequentare i corsi invernali della Scuola Imperial Regia per l'Artigianato di quella città perchè il padre vuole assolutamente che il figlio diventi Maurermeister (mastro muratore).
Michele fin dall'inizio si applica in maniera caparbia, studia copn profitto ogni materia, frequenta i corsi teorici serali e quelli pratici sul cantiere... Parte dalla gavetta ed in tre intensissimi anni (1904-1907) raggiunge la agognata meta che lo lancerà nel mondo dell'edilizia a livello internazionale: Impero Austro-Ungarico, Francia, Italia...!
La nipote Maria Grazia Menegon, certamente colpita dalla personalità di questo incredibile nonno e dalla sua appassionante storia raccolta dalla voce di papà Firmino, ha cominciato così a recuperare tracce, documenti, note, toccando i vari luoghi dove il nonno lasciò la sua indelebile orma, dopo aver appreso quest'arte raffinata ma difficile, certamente assai più complicata di quella odierna, dove ingegneri e architetti (che non sanno usare più le mani e la china) si avvalgono solo di computer e di sofisticatissimi programmi "onnipotenti"...
Va a Klagenfurt dapprima Maria Grazia e qui recupera la documentazione scolastica di quei formidabili anni: l'elenco (stampato!) degli alunni della scuola austriaca (di varie nazionalità, molti i friulani: da Trasaghis, Osoppo, Moggio...), i libri mastri (mastrini) del giovane, le pagelle (sia quelle di Amaro che quelle assai più decisive dei 3 anni di Klagenfurt) con i voti diligentemente scritti in sillabe e firmati ciascuno da precisi e severi professori, il certificato di fine apprendistato, il certificato di meister, vari altri certificati rilasciati da varie istituzioni austriache.
Emergono anche attestati della Francia... perfino l'elenco dei lavori eseguiti in Francia dal 1925 al 1937 (16 chiese nella Somme, 3 chiese nell'Aisne, 1 chiesa nella Loira, 8 chiese nel Pas de Calais... e poi strade, ospedali, municipi, palazzi...); attestati di varie imprese italiane (Vianini, Rizzani, Tamburlini-Monai, Masieri...).
Tutta questa sorprendente documentazione, adeguatamente corredata da note esurienti e rimandi storici, viene raccolta nella prima parte.
Ciò che maggiormente stupisce però è la seconda parte di questo preziosissimo libro dove la curatrice (qui magistralmente coadiuvata dall'architetto Guglielmo Dri) presenta i disegni che, anno dopo anno, il prodigioso ragazzo andò via via realizzando salendo i vari gradi di questa disciplina.
Ogni anno di corso preso in considerazione viene delineato da: fotografia del giovane, pagella scolastica, attestato, materie studiate con relativi professori. A seguire i disegni (quasi tutti a china nera e pennello per chine colorate acquerellate: cose davvero dell'altro mondo!) che, con difficoltà crescente, hanno caratterizzato questo corso triennale al termine del quale Michele raggiunge una completa padronanza del disegno geometrico, delle proiezioni ortogonali, del disegno a mano libera, del disegno tecnico applicato alle costruzioni, della progettazione di scale e di tetti particolari, della intera progettazione di edifici e di chiese... E questo altissimo livello (oggi assimilabile solo a quello di un architetto esperto e al suo PC) viene raggiunto da Michele alla sbalorditiva età di 18 anni!
E' davvero emozionante sfogliare le pagine che riportano questi certosini lavori di un giovanetto di oltre un secolo fa, eseguiti giorno dopo giorno, ciascuno corredato dall'indicazione del tempo impiegato per la realizzazione, dei materiali utilizzati, della descrizione del progetto, fino a raggiungere un grado elevato di perfezione rappresentato da quel disegno (sempre eseguito a mano) che appare sulla copertina del presente libro. Chi oggi, a 18 anni, sarebbe in grado di realizzarlo?
Questi 88 disegni di Michele Menegon sono stati custoditi per un secolo in una cartelletta particolare (che l'autore tra l'altro portava sempre con sè nelle sue peregrinazioni europee, da cui traeva spunto e ispirazione per sempre nuove realizzazioni) e che il figlio Firmino serbò sempre con nostalgica venerazione fino a che la nipote Maria Grazia (oggi medico) non ne decise (meritoriamente) il recupero ed il restauro (mirabilmente effettuato da Cecilia Vandenheede e Renato Portolan in collaborazione con Valeria Pedroni).
E se la "Coop Libraria Editrice Università di Padova" ha voluto editare quest'opera (in italiano e tedesco) significa davvero che quest'opera ha tutti i crismi di un evento letterario irripetibile e unico, non solo per l'aspetto "tecnico" della materia, ma anche per i risvolti umani e sociali sottesi.
Ed infine: un libro pedagogico, didattico e istruttivo che dovrebbe essere letto e attentamente "osservato" dalle pattuglie di giovani che oggi si annoiano e non sanno, con i necessari sacrifici, inventarsi un percorso di vita!
Oso esprimere un solo appunto: il titolo (Edilizia che passione!) non rende giustizia al contenuto tipografico e contenutistico di quest'opera, cui sarebbe bastato e giovato il solo sotto-titolo. Ed anche i due curatori avrebbero meritato certamente maggiore visibilità.